L'importanza di Velletri,
nella storia della zona, la rende differente da tutte le altre cittadine
dei Castelli tanto da farla considerare un caso a parte.
L'antica città volsca di Velester (o Velcester) diede molto filo da
torcere ai romani che con difficoltà riuscirono a sottometterla sotto il
re Anco Marzio; per due volte si svincolà da questo giogo e solo nel 338
a.C. fu definitivamente trasformata in municipium col nome di Velitrae. Ma
prima ancora di Roma erano stati gli Etruschi a diffondere la loro cultura
fino in questa zona nel loro tentativo di raggiungere la pianura pontina
ed il sud del Lazio, di questo tentativo sono rimaste molte iscrizioni e
terrecotte.
In epoca imperiale le ville patrizie erano numerose in questa zona ed in
quella della gens Ottavia crebbe il futuro Augusto.
Nel 410 d.C. l'invasione dei Goti raggiunse la cittadina ed Alarico
saccheggiò duramente Velletri.
In epoca medioevale Velletri era ancora una florida città e restando
fedele al Papa riuscì a mantenere una propria indipendenza senza essere
sottomessa ai vari signori e alle famiglie che negli altri paesi dei
Castelli Romani dominavano ogni zona con vari ribaltamenti nel corso degli
anni.
La città fu uno dei primi comuni indipendenti del
Lazio, retta da un potestà che aveva nel motto "Est mihi libertas
papalis et imperialis" il suo programma.
Nel 1299 elesse come potestà il papa Bonifacio VIII, si scontrò in
seguito con Roma ed infine fu percorsa dalla disputa tra Agnelli e Lupi,
cioè Guelfi e Ghibellini: questa lotta interna tra i sostenitori del
potere del Papa ed i sostenitori del potere imperiale fu comune a molte
città italiane (Basti pensare alla Firenze di Dante).
La sua posizione strategica (La via Appia passa per Velletri prima di
entrare nella pianura pontina e dirigersi verso Napoli) ha fatto del luogo
un nodo troppo importante in caso di conflitti; nel 1744 fu coinvoltà in
una battaglia tra austriaci e truppe napoletane, tra il 1798 ed il 1799 fu
al centro degli scontri tra truppe francesi e bande sanfediste.
Nel 1849 per la difesa della repubblica romana Garibaldi vi conseguì
un'importante vittoria contro i Borboni.
Durante la seconda guerra mondiale la città subì un forte bombardamento
nel 1944 poco prima della liberazione di Roma dalle truppe tedesche e
venne ridotta ad un cumulo di macerie; la pronta ricostruzione riportò la
città all'importanza che aveva prima della guerra e fu la base per lo
sviluppo che pone oggi Velletri tra le più importanti citàà del Lazio.
Dal punto di vista paesaggistico la città offre panorami sul circondario
con molta facilità, si possono ammirare i monti della Ciociaria ed i
Lepini, verso il mare Terracina e la pianura pontina.
All'interno della moderna Velletri si possono cogliere resti del tempo
passato ed esempi di urbanistica attuale , non sempre a misura d'uomo; i
resti della Velitrae romana sono spesso nascosti dalle costruzioni e
dalle strade. Il complesso della cattedrale di S. Clemente, risalente al
327 d.C., nasconde i resti di un tempio romano dedicato a Marte, la chiesa
delle stimmate di S.Francesco addirittura sorge sul sito di un tempio
volsco; la gran parte dei reperti è ormai lontana però da Velletri, fino
al 1800 l'importante Museo Borgiano, oggi impoverito nonostante la
conservazione di pezzi unici, era noto in tutto il mondo e perfino Goethe
ne rimase meravigliato nonostante la relativa lontananza da Roma.
La chiesa di S.Maria del Trivio, con la Torre ben visibile accanto,
rappresenta uno degli edifici
più caratteristici della città, costruita nel 1353, come ricorda una
lapide, resistette a guerre e bombardamenti.
Degno di nota anche il Palazzo Comunale restaurato dopo l'ultima guerra;
cita una menzione la monumentale porta Napoletana che introduce dal lato
sud alla città, recentemente restaurata e sede dei sommeliers dei
Castelli romani.
Una curiosità: nel 1780 Pio VI fece ripristinare la via Appia,
abbandonata fin dal tardo medioevo per le scorrerie dei pirati e
sostituita con vie più a monte che attraversavano gli altri paesi dei
Castelli; nel tracciato era previsto di puntare direttamente su Terracina
da Genzano, tagliando fuori così dalla via la città più importante:
Velletri.
I cittadini di Velletri tanto fecero che il progetto iniziale fu
modificato ripristinando l'ansa della via Appia verso la città ed in
cambio la popolazione si sobbarcò l'onere di finanziare la ricostruzione
della strada.
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