Nella speranza che l’internauta di
questo multiforme e piacevole sito accolga con favore la nuova
rubrica d’opinione socio-politica, prevalentemente incentrata
sulla realtà locale, propongo il mio pezzo d’esordio nel
rispetto della continenza lessicale e democratica
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
" Re Fausto"
assolve il mentitore:
Si apprende dalla stampa
veliterna una notizia destinata a produrre scalpore e forse
qualche
grosso problema al sig. Sindaco che, in barba al Testo Unico
degli Enti Locali, ha sportivamente
sormontato l’ostacolo, riportando alla stanza dei bottoni quel
tal Assessore che fu definito dal
sindaco medesimo “mentitore”, avendo negato l’accusa (provata)
di condurre un’attività privata in
aperto contrasto con l’incarico pubblico. Una sorta di conflitto
di interessi di cui, fino al momento
della sua inevitabile destituzione, sembrava fosse un’esclusiva
del cavaliere nero.
Si apprende dunque che il medesimo ex assessore, che a suo tempo
e dal suo scranno consiliare
tuonava contro la malamministrazione di Bruno Cesaroni, ha
ottenuto per provvedimento sindacale
un ambìto incarico presso l’Ufficio curatore del “Progetto
Plus”, ufficio che dovrà gestire gli 11
milioni della Regione Lazio (ah, questa criticatissima
Polverini!!) destinati alla realizzazione di
varie opere pubbliche. Fin qui la notizia, che tuttavia merita
qualche legittima considerazione
nel contesto delle perle amministrative che hanno costellato la
consiliatura volgente al tramonto
dell’Amministrazione Servadio. Stando ad una prima lettura del
TUEL, si potrebbe anche sollevare
un’eccezione sul conferimento di incarichi inopportuni che
gravano sul dissesto finanziario del
Comune, di cui fa menzione lo stesso Tuel, ma cediamo il passo a
più indubitabili certezze.
Giorni orsono. Infatti, la tranquillità cittadina veniva turbata
da un’altra sgradevolissima notizia
per la quale il nostro veniva accusato dall’UDC di pubblica
blasfèmia’ in occasione del già
preannunciato incontro con la categoria dei commercianti, accusa
poi prontamente smentita,
ma ancora tutta da accertare dopo la dura reprimenda secondo la
quale “Re Fausto” avrebbe -
e il condizionale è d’obbligo - avrebbe lanciato un osceno
epiteto rivolto alla Vergine Maria,
un’uscita blasfema che si suole nelle peggiori taverne della
suburra romana, ed invitato persino
all’allontanamento dalla prossima celebrazione del 26 agosto in
onore della Madonna delle Grazie.
È più che naturale che quel popolo sovrano che lo ha mandato al
potere, legittimamente si chieda
quale sia la verità, trattandosi di un episodio potenzialmente
niente affatto esaltante per un primo
cittadino, Delle due, l’una. Tertium non datur.
Sarà nondimeno lecito chiedersi come mai una così infamante
accusa posta alla pubblica attenzione
e priva di ogni fondamento stando alla smentita
dell’interessato, non abbia causato una querela per
diffamazione da parte del medesimo, peraltro in un momento in
cui la disputa dialettica incalza
sempre più arroventata con l’UDC, oltre ai veleni della politica
preelettorale che cominciano ad
inquinare gli scambi di “cortesie” tra i contendenti.
Sul caso restiamo in attesa di sviluppi chiarificatori dopo le
non rare performances che hanno
contraddistinto il passato di questa Amministrazione non proprio
irreprensibili, da quella indicata
in apertura di commento, al fatidico “lei non sa chi sono io” di
un consigliere rivolto ad un vigile
in pieno consiglio comunale e pilatescamente ignorato dal
Sindaco, ai dissensi intestini con i
vari Taddei e compagni, all’ignoranza degli appelli sulla
pubblica indecenza della Città (vero
sig. Ognibene che finge di non conoscere la vergogna eternit
nota persino oltre territorio?), agli
insulti protervi del suo anonimo portatore d’acqua con la
recente lettera ingiuriosa verso i colleghi
dell’opposizione e via dicendo, ma lo spazio è avaro, e ci
vorrebbe un’edizione straordinaria di un
settimanale locale per tramandarne la memoria ai posteri.
Quanto all’arringa defensionale del consigliere Rossi, secondo
cui non ci sono tribunali che
possano permettersi di interdire alcuno dall’esercizio delle
proprie libertà, spero fortemente che sia
dimostrata l’infondatezza dell’accusa blasfema, ad evitare che
il “tribunale dei fedeli” presenti a
quella celebrazione mariana, possa decidere di non volercelo. A
suon di fischi..
__________________________________________________________________________________
Il
rabbioso Manifesto della Sinistra:
Scorro le pagine della stampa locale
veliterna e m’imbatto nella rovente polemica sorta tra le parti
politiche dopo il rabbioso manifesto del PD, il quale, ancora
una volta, ignora quel sacro principio democratico che a voce di
popolo passa per rispetto dell’avversario, cui ha fatto seguito
la ferma nonché legittima protesta espressa in occasione della
recente conferenza stampa voluta dai gruppi di opposizione. Da
quella biliosa nota redatta e inviata a tutta la stampa da un
ben noto “anonimo” del PD, si rileva, per dirla con un eufemismo
di maniera, un logoro e noioso richiamo alle vicende della
passata consiliatura, unica gruccia d’appoggio pubblicitario del
dominante “progressismo senza progresso” veliterno, in mancanza
di propri più fecondi effetti gestionali, anticipando, così
scorrettamente, la prossima campagna elettorale, altresì
stravolgendo la verità sul deprecato debito lasciato
dall’Amministrazione pregressa, come giustamente rimarcato dai
relatori conferenzieri memori che il più brillante successo che
l’Amm.ne in carica ha saputo produrre nei quattro anni di
governo circa il risanamento del discusso debito, è il clamoroso
dissesto finanziario, con buona pace delle millantate promesse
elettorali di risanamento dello stesso; promesse in forza delle
quali ebbe il consenso dei cittadini in aperta collusione con i
malfidi reduci della precedente consiliatura.
E dunque, quasi un’eterogenesi dei fini,
paradossalmente ha avuto il suo effetto positivo la maldestra
provocazione che ha scosso l’assonnata condotta degli scranni
dell’opposizione che da qualche tempo non insorgevano alle non
poche inottemperanze, abusi, e autocratiche prese di
posizione di vertice, delle quali anche il sottoscritto, nel suo
modesto ruolo di voce della stampa impegnata nella
collaborazione del bene della città con lettera aperta al primo
cittadino, fu oggetto di un altezzoso e sprezzante silenzio per
non dire della chiara inosservanza della legge che sancisce
l’obbligo di un riscontro, quale che sia il denunciante, pena
gravi sanzioni civili e penali, ove si tratti di omessa bonifica
dai veleni dell’eternit. Non c’è bisogno d’invecchiare per
imparare che la colpa nascosta è sempre tradita dal silenzio. Un
episodio che depone in modo estremamente grave sul
pressappochismo amministrativo del primus inter pares e del suo
entourage.
Episodio personale a parte, esprimo la
mia fervida esortazione ai due capigruppo d‘opposizione a
condurre la giusta rivalsa nelle competenti sedi alfine di
tutelare non solo il rispetto della dignità personale dei
consiglieri offesi, ma di quei principi di democraticità di cui
spesso si riempie la bocca il presunto redattore dell’inelegante
pezzo di sfida che ha scatenato l’indignazione di tutto il
popolo veliterno che crede ancora nei valori della democrazia e
della tolleranza basata sul rispetto dell’avversario.
|